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di Marco Capula, Imprenditore

La formazione al centro, per integrare in maniera sinergica digitalizzazione e sostenibilità

La Twin Transition, la transizione simultanea verso modelli economici più digitali e sostenibili, rappresenta una sfida cruciale per le PMI italiane. Questo processo è reso ancora più complesso dalla necessità di integrare criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nei modelli di business, un passo ormai indispensabile per competere in un mercato globalizzato.

Le difficoltà

Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, oltre un terzo delle PMI identifica la mancanza di competenze adeguate come principale ostacolo alla digitalizzazione e all’adozione di pratiche sostenibili. Questa carenza di competenze crea una discrepanza significativa tra l’offerta formativa e le esigenze del mercato del lavoro, rendendo difficile per le PMI attrarre e mantenere personale qualificato. Nel 2023, l’80% delle piccole imprese italiane e il 59% delle medie hanno segnalato difficoltà nel reperire personale con le competenze necessarie, valori che si attestano sopra la media europea.

Queste sfide sono ulteriormente aggravate dalla crescente pressione regolatoria e dal ruolo che gli investitori attribuiscono all’adozione di pratiche ESG. In Italia l’interesse per la sostenibilità è in crescita: molte aziende, anche di piccole dimensioni, stanno adottando strategie che includono i principi ESG. Tra le iniziative più diffuse vi sono la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento dell’efficienza energetica e l’allineamento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’ONU.

All’orizzonte però qualcosa sta cambiando. Dopo le elezioni americane, infatti, alcuni giganti della finanza USA stanno iniziando a riposizionarsi, come BlackRock, che ha di recente disinvestito da una serie di società impegnate a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

Risulta evidente come le PMI debbano investire in programmi di formazione continua che permettano loro di seguire e anticipare i cambiamenti dello scenario in cui operano.

La formazione

La formazione dovrebbe focalizzarsi non solo sulle competenze tecniche legate alla digitalizzazione e alla sostenibilità, ma anche sulle soft skill, per riportare la componente umana al centro delle tematiche ESG. Tuttavia, il 30% delle PMI italiane non ha ancora avviato iniziative di formazione per il proprio personale, evidenziando un ritardo rispetto alla media europea.

La mancanza di formazione si riflette anche nella scarsa conoscenza e adozione degli strumenti disponibili. Il “Rapporto innovazione e sostenibilità delle PMI” del Politecnico di Milano evidenzia che solo il 6-13% degli studi professionali italiani ha sviluppato servizi dedicati alla gestione di bandi e incentivi legati all’innovazione digitale e alla sostenibilità. Eppure, fondi pubblici e incentivi fiscali rappresentano un’opportunità importante per sostenere la Twin Transition. Lo stesso PNRR offre risorse significative per la transizione verde e digitale.

Aumentare la partecipazione a questi programmi potrebbe rafforzare le competenze interne alle aziende e facilitare l’accesso a mercati emergenti, dove la domanda di soluzioni sostenibili e tecnologicamente avanzate è in rapida crescita. Per questo motivo, la capacità di formare personale qualificato diventa una leva strategica per la competitività.

Gli Standard ESG

Una sintesi di tutti i concetti legati alla Twin Transition si ritrova proprio negli standard ESG, riferimento imprescindibile per le aziende che vogliono essere competitive sul mercato globale. Secondo il documento “Sostenibilità: Come si stanno attrezzando le aziende italiane” (Il Sole 24 Ore – 2024), molte imprese stanno istituendo comitati dedicati alla sostenibilità e stanno fissando obiettivi specifici per la riduzione delle emissioni di CO2. Ma solo il 33% delle aziende associa questi obiettivi a scadenze temporali precise, dimostrando che c’è ancora molto lavoro da fare per garantire una governance efficace. Ed è qui che torna ad essere importante la formazione.

Le PMI italiane che adottano pratiche ESG possono beneficiare di vantaggi competitivi significativi, come una maggiore attrattività per gli investitori, una reputazione aziendale migliorata e un accesso più facile a mercati regolamentati. Ci sono anche vantaggi immediati in termini di gestione dei costi e di ROI. Le PMI che hanno cominciato a investire in tecnologie per ridurre il consumo energetico e ottimizzare l’uso delle risorse, oltre a migliorare l’impronta ecologica della propria azienda, hanno registrato una riduzione dei costi operativi, attirando al tempo stesso nuovi clienti e partner che condividono valori simili.

La Collaborazione

Un altro aspetto cruciale per il successo della Twin Transition è la collaborazione con enti esterni. Università, centri di ricerca e consulenti specializzati possono fornire competenze avanzate e supporto nell’implementazione di strategie innovative. Ma anche la collaborazione tra PMI costituisce una risorsa importante. Tuttavia, il “Rapporto innovazione e sostenibilità delle PMI” del 2023, evidenzia che solo il 25% delle PMI che ha avviato progetti di digitalizzazione si è rivolto a enti di trasferimento tecnologico territoriale o a innovation manager.

Per superare questa barriera è necessario creare ecosistemi di innovazione che facilitino lo scambio di conoscenze e risorse tra PMI e attori del territorio. Progetti come i cluster tecnologici e le reti d’impresa rappresentano strumenti efficaci per promuovere questa collaborazione. Inoltre, è essenziale rafforzare il dialogo con le istituzioni, al fine di garantire che le politiche pubbliche siano realmente mirate alle esigenze delle imprese.

Un ulteriore elemento di collaborazione è rappresentato proprio dall’Europa, che da un lato impone il cambiamento attraverso la regolamentazione, dall’altro offre l’opportunità di guardare fuori dai nostri confini, confrontandoci con chi sta affrontando le nostre stesse sfide in altri Paesi. Questo può avvenire, ad esempio, attraverso la partecipazione attiva a consorzi europei dedicati all’innovazione sostenibile, che offrono non solo risorse finanziarie, ma anche accesso a reti di esperti e best practice, aumentando le possibilità di successo dei progetti intrapresi.

Conclusioni

Per affrontare efficacemente la Twin Transition, le PMI italiane devono investire in formazione continua, sfruttare gli incentivi disponibili e promuovere una cultura aziendale aperta all’innovazione e alla collaborazione, così da essere equipaggiate per superare le sfide legate a questa doppia transizione, alla pressione regolatoria e al repentino cambio degli scenari, contribuendo al contempo a una crescita economica sostenibile.

Il futuro della Twin Transition per le PMI italiane dipende dalla capacità di combinare sostenibilità e innovazione in un modello integrato, dove ogni azienda, grande o piccola, possa giocare un ruolo attivo. Solo un impegno collettivo, supportato da politiche adeguate e dalla collaborazione tra tutti gli attori economici, può garantire il successo di questa trasformazione epocale.

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