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di Claudio Calvani, AD Founder VVA Debt & Grant

Un “nuovo tipo” di finanza

Gli ultimi anni hanno palesato una certezza ormai corroborata da dati inconfutabili: finanza agevolata e finanza alternativa rappresentano opzioni di funding sempre più richieste dall’imprenditoria italiana, sulla scia di un percorso evolutivo da un punto di vista finanziario, normativo e culturale iniziato tempo fa che punta a superare il dogma del “bancocentrismo” tipico del nostro sistema finanziario.

In un contesto macroeconomico perturbato dalla pandemia e dai risvolti del conflitto russo-ucraino, spinte da condizioni più vantaggiose in termini di pricing e duration di questi strumenti, le imprese hanno acquisito piena consapevolezza di una “nuova tipologia” di finanza, suppletiva o alternativa rispetto alle forme di finanziamento più classiche. Agli antipodi si collocano il canale bancario tradizionale e la quotazione in borsa, poco praticata in Italia a causa della connotazione familiare del nostro tessuto imprenditoriale e della ritrosia ad aprire il capitale a terzi. Una finanza virtuosa, che coinvolge con un’ottica sinergica operatori privati (banche, intermediari finanziari, fondi) e pubblici a tutti i livelli, indissolubilmente connessa alla realizzazione di progetti capaci di generare risultati tangibili in termini di crescita e sviluppo delle nostre imprese.

Finanzia agevolata

Il varo del PNRR, il più grande intervento di finanza agevolata mai realizzato, ha rappresentato per le aziende un propulsore del processo di education tecnico-finanziaria su tali meccanismi di funding e del loro utilizzo grazie a una vasta gamma di misure e a una varietà di aree tematiche interessate, capaci di intercettare alcuni tra i driver di sviluppo più importanti quali digitalizzazione e transizione ecologica.

Internazionalizzazione e il caso Simest

Sul fronte dell’internazionalizzazione è emblematico il caso di Simest, società del Gruppo CDP (Cassa Depositi e Prestiti). Essa sostiene la crescita delle imprese italiane all’estero, guidandole dalla valutazione dell’ipotesi di apertura a nuovi mercati fino all’espansione tramite investimenti diretti.

Già nel 2021, a fronte dell’aumento del numero di richieste di agevolazione pervenute dopo lo scoppio della pandemia, il PNRR ha rifinanziato il fondo rotativo 394/81 e quello per la promozione integrata – dedicati rispettivamente alla concessione di finanziamenti agevolati e di contributi a fondo perduto – con un plafond di 1,2 miliardi di euro.

A seguire Simest, con il Piano Strategico 2023-2025, ha rafforzato l’operatività a supporto della competitività delle aziende nostrane sui mercati globali, sempre tramite incentivi concessi con un mix tra finanziamenti a tasso agevolato e contributi a fondo perduto. La soglia si assesterà al 10% del finanziamento totale, che non andrà rimborsato.

Il prossimo sportello agevolativo, previsto per l’inizio di maggio, riproporrà misure già note e ne introdurrà di inedite. Tra le prime, in cui rientrano ad esempio il supporto alla partecipazione a fiere/mostre internazionali o alla transizione digitale/green, spicca l’inserimento su mercati esteri tramite l’apertura di nuove filiali commerciali o l’ampliamento di presidi già esistenti. Simest finanzia per ventiquattro mesi le spese per i locali, l’allestimento, i costi di gestione, il personale commerciale in loco, le attività promozionali, le consulenze. Tra le novità si segnala uno stanziamento di 200 milioni di euro destinato alle PMI con interessi verso i Balcani, mercato strategico per il Made in Italy, che prevede finanziamenti ad hoc per il rafforzamento patrimoniale e per investimenti su temi digitali e green da parte delle imprese beneficiarie, anche tramite partnership con operatori locali.

Dal 3 maggio, inoltre, sarà possibile ricandidarsi a due strumenti – varati nel 2022 ma ora oggetto di restyling – dedicati a PMI e Mid Cap italiane con esportazioni verso o approvvigionamenti da Ucraina, Russia e Bielorussia, colpite dalle conseguenze economiche del conflitto. Si tratta di finanziamenti a sei anni (i primi due di preammortamento) e a tasso zero per importi fino a 2,5 milioni di euro, di cui il 40% concesso a fondo perduto in regime di Temporary Crisis Framework. Tra le spese finanziabili rientrano quelle di carattere produttivo (macchinari, impianti, beni strumentali, hardware/software), gli investimenti per la sostenibilità in Italia (ad esempio di efficientamento energetico), le consulenze su nuovi mercati, la partecipazione ad eventi internazionali e altre ancora.

Infine, l’offerta di Simest include anche la partecipazione dell’ente nel capitale di rischio di società straniere controllate da imprese italiane con progetti di espansione internazionale, con una quota fino al 49% dell’equity ed un holding period di massimo otto anni. Per gli investimenti extra-UE è previsto anche un contributo a fondo perduto sugli interessi di un prestito bancario acceso dalla società italiana per l’acquisto della propria quota di partecipazione. L’ingresso di Simest nel capitale consente, infine, di richiedere la partecipazione aggiuntiva del Fondo di Venture Capital e un finanziamento soci dalla stessa Simest.

Finanza agevolata e sostenibilità ambientale

Fortemente attenzionata dalla finanza agevolata è anche la transizione ecologica, vero e proprio leitmotiv all’interno del PNRR che gli dedica in via diretta circa il 37% delle proprie risorse. La transizione green è da tempo percepita come priorità nell’agenda strategica delle istituzioni, impegnate a promuovere un modello di azienda sostenibile sotto tutti i profili, compreso quello ambientale.

Tra le misure già attivate vi è il bando con cui il MISE finanzia – con un plafond di 750 milioni di euro – programmi di innovazione sostenibile in linea con le finalità del Green Deal e che prevedano attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e/o – per le sole PMI – l’industrializzazione dei risultati della R&S. L’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato di CDP a copertura del 60% dei costi ammissibili di progetti (presentati anche in forma congiunta da massimo cinque imprese) di importo tra 3 e 40 milioni di euro, da abbinare ad un contributo a fondo perduto fino al 15%.

CDP sarà coinvolta anche nella gestione del Fondo italiano per il clima, istituito dalla Legge di Bilancio 2022 con una dotazione di ben 4,2 miliardi di euro in cinque anni. Un provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 febbraio 2023 ne ha stabilito le modalità operative: una volta attivo, il Fondo finanzierà interventi di soggetti privati e pubblici in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi condivisi negli accordi internazionali sul clima e sulla tutela ambientale mediante l’assunzione di capitale di rischio in fondi di investimento, finanziamenti diretti o indiretti e il rilascio di garanzie.

Finanza alternativa e Basket Bond

Nell’ambito della finanza alternativa, invece, tra i principali trend risalta la recente proliferazione di varie declinazioni di Basket Bond, strumento che consiste nell’emissione di minibond da parte di un pool di imprese raggruppate in base a criteri geografici o di appartenenza ad una determinata filiera produttiva, i cui titoli diventano oggetto di operazioni di cartolarizzazione. In questo modo gli emittenti (tipicamente PMI) hanno accesso ad un’opzione di finanziamento difficilmente accessibile stand alone, mentre i sottoscrittori (investitori di natura istituzionale) beneficiano di un effetto di diversificazione del rischio e della copertura di garanzie pubbliche sul portafoglio.

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