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di Francesca Massone e Simona Gullace, rispettivamente Environmental Senior Product Developer e Food Chain Senior Manager di RINA.

Lo spreco alimentare

Secondo una recente stima della Commissione europea, quasi 59 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (131 kg/abitante) vengono generati ogni anno nell’Unione, con il valore di mercato associato stimato a 132 miliardi di euro. Eurostat stima che circa il 10% del cibo messo a disposizione dei consumatori (vendita al dettaglio, servizi di ristorazione e famiglie) venga sprecato.

Lo spreco alimentare ha un enorme impatto sull’ambiente: rappresenta circa il 7% del totale delle emissioni UE di gas a effetto serra. Combatterlo comporta benefici in termini ambientali, economici e sociali. Permettendo di ridurre l’impatto ambientale della produzione e del consumo di alimenti, il contrasto allo spreco alimentare aiuta agricoltori, aziende e consumatori a risparmiare denaro e ridurre il consumo di prodotti alimentari. Lo spreco alimentare si verifica a tutti i livelli della filiera, dal campo alla tavola, ma la quota maggiore è generata dal consumo, area chiave di attenzione per i programmi di prevenzione dei rifiuti.

Direttiva quadro sui rifiuti: una proposta di aggiornamento

La misurazione è fondamentale per la prevenzione degli sprechi alimentari, dal momento che garantisce una chiara base di prova per costruire strategie efficaci. A questo proposito la Commissione ha presentato una proposta per aggiornare la direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/EC). Con l’aggiornamento si stabilisce che gli Stati membri adottino “misure adeguate per prevenire la produzione di rifiuti alimentari nella produzione primaria, nella trasformazione e nella preparazione, nella vendita al dettaglio e nella distribuzione di alimenti, nei ristoranti e nei servizi di ristorazione, nonché nelle famiglie”. Intervenendo su tutti gli anelli dalla filiera, l’esecutivo UE fissa obiettivi vincolanti per la riduzione degli scarti alimentari, da raggiungere entro il 31 dicembre 2030:

  • Ridurre la produzione di rifiuti alimentari nella lavorazione e produzione del 10% rispetto al 2020 (o rispetto a un anno precedente se lo Stato è in grado di produrre dati affidabili in merito);
  • Ridurre la produzione di rifiuti alimentari pro capite del 30% (sempre rispetto al 2020) nelle fasi finali della catena del valore.

Per raggiungere questi obiettivi la Commissione suggerisce di identificare e affrontare le inefficienze della filiera, stimolare i cambiamenti di comportamento e promuovere campagne di informazione, incoraggiare la donazione di cibo e le forme di ridistribuzione.

RINA e lo standard GO 2 FOOD SAVING

Grazie alla sua pluriennale esperienza e all’aggiornamento costante sulle tematiche agroalimentari, RINA ha sviluppato lo schema “GO 2 FOOD SAVING” per valorizzare l’impegno nella gestione della riduzione degli sprechi alimentari.

Uno standard di riferimento per l’agroalimentare

Questo servizio di certificazione permette di ridurre perdite e sprechi alimentari attraverso un approccio che ottimizzi processi e risorse, impattando positivamente su ambiente, economia e società. In linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e con i principi contenuti nel Farm to Fork, lo standard GO2FS è applicabile a tutte le organizzazioni di qualsiasi tipologia e dimensione, pubbliche o private, coinvolte in ogni stadio della filiera agroalimentare, comprendendo ristorazione e distribuzione degli alimenti, inclusa la grande distribuzione organizzata. Inoltre, è possibile implementare i requisiti dello schema per intere filiere che intendano valorizzare gli sforzi intrapresi per la riduzione dello spreco.

Un’organizzazione può avviare il percorso tenendo conto degli aspetti ambientali, sociali ed economici; è necessario, poi, individuare strategie per perseguire obiettivi misurabili al fine di ridurre gli sprechi alimentari e verificare l’efficacia, permettendo un miglioramento continuo. Infine, l’azienda può comunicare a tutti gli stakeholder e al consumatore il suo impegno nella lotta allo spreco alimentare.

I vantaggi della certificazione

L’implementazione dello schema certificativo GO2FS consente a un’azienda di individuare indicatori che permettano di monitorare e migliorare l’impegno portato avanti nella lotta allo spreco alimentare, migliorando e ottimizzando i processi, gestendo e minimizzando perdite e sprechi, con conseguente riduzione dei costi. Adottare questo schema permette inoltre alle organizzazioni di diffondere sul mercato in modo credibile e affidabile l’impegno nella lotta allo spreco alimentare e di fornire garanzie e riconoscimento grazie a verifiche di enti indipendenti. Infine, GO2FS permette di essere in linea con i nuovi obiettivi previsti dalla Commissione Europea, da raggiungere entro il 31 dicembre 2030.

Le fasi della certificazione

I soggetti che desiderano certificarsi dovranno implementare i requisiti dello standard e avviare il percorso di certificazione. Le fasi principali comprendono:

  • Compilazione del questionario informativo;
  • Un audit sul sito;
  • Una revisione da parte di tecnici indipendenti;
  • L’emissione del certificato GO2FS dalla validità triennale.

La certificazione prevede sorveglianze annuali per il monitoraggio e il mantenimento del soddisfacimento dei requisiti e conferisce all’organizzazione certificata il diritto all’utilizzo del logo GO2FS.

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