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di Michelangelo Suigo, direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità – INWIT

Non ci può essere sostenibilità senza digitalizzazione. Due concetti apparentemente distanti tra loro, ma in realtà estremamente connessi. Due facce della stessa medaglia che agiscono in maniera sinergica per garantire uguaglianza e pari opportunità, affinché nessuno resti indietro.

Ritardare la digitalizzazione significa aggravare i divari esistenti, accentuare le disuguaglianze tra territori, tra comunità e, quindi, tra persone. Ritardare la digitalizzazione significa permettere ad alcuni di avere delle opportunità che altri non hanno, significa dare la possibilità ad alcuni di accedere a servizi pubblici con facilità e ad altri no, significa creare cittadini di serie A e di serie B. Ma ritardare la digitalizzazione significa soprattutto compromettere il concetto di sostenibilità, termine tanto abusato negli ultimi anni, ma che se non supportato da azioni concrete rischia di rimanere solo un bel concetto astratto.

Digitalizzazione e sostenibilità sono dunque due trasformazioni globali, profonde e irreversibili, da affrontare con una visione unica.

Da una ricerca che abbiamo condotto con l’Istituto Piepoli è emersa la forte associazione tra innovazione, digitale e sostenibilità. I maggiori vantaggi percepiti dalla popolazione risultano legati agli aspetti ambientali: l’82% degli italiani associa la sostenibilità alla digitalizzazione, il 75% all’inclusione sociale, il 72% al potenziamento delle infrastrutture di telecomunicazione. Emerge forte il messaggio del rispetto per le 3P (Profitto, Pianeta, Persone): produrre profitto nel rispetto delle persone e dell’ambiente in cui vivono e che lasceranno alle generazioni future.

In un’ottica aziendale è ormai chiaro che la sostenibilità deve diventare parte integrante delle strategie di business per ogni azienda. Anche perché le aziende che non passano dalle parole ai fatti dovranno presto fare i conti con danni reputazionali, difficili da recuperare.

Le nuove tecnologie abiliteranno nuovi servizi e apriranno a nuove opportunità per investimenti crescenti, una vera e propria corsia preferenziale verso l’Italia del futuro, verso un Paese che deve aspirare a diventare un vero e proprio “smart country”, nel più breve tempo possibile.

Come INWIT, nel nostro ruolo neutral host a supporto degli operatori di telecomunicazione, vogliamo essere apripista nella costruzione di una “Smart Italy” in cui servizi evoluti, innovazione, sostenibilità e attenzione ai bisogni dei cittadini e del territorio, possano essere gli assi portanti del nuovo modello di sviluppo. Per fare questo è necessario ripensare il concetto di torre di telecomunicazione e trasformarlo in un concetto più ampio, quello di “Tower as a service”: un’infrastruttura in grado di accelerare la diffusione delle reti ultraveloci e di abilitare al tempo stesso una serie di servizi innovativi, legati a tecnologie che avranno impatti decisivi in ogni settore. In questo, la capillarità delle nostre torri diffuse sul territorio – una torre ogni tre chilometri, che diventa una ogni 500-600 metri in città – fa in modo che la nostra azienda possa rispondere alle più urgenti sfide che la società contemporanea si trova ad affrontare.

Questa forte capillarità fa emergere anche l’esigenza di minimizzare l’impatto delle infrastrutture sul territorio. Da qui il nostro impegno nel rendere le torri sempre più sostenibili e in armonia con l’ambiente circostante.

Ne è un esempio la realizzazione della prima torre per le telecomunicazioni mobili interamente strutturata in legno lamellare, lungo l’autostrada A51 Tangenziale Est di Milano. La torre è costituita completamente da materiale sostenibile e circolare, essendo il legno una risorsa rinnovabile, in linea con le direttrici del nostro Piano di Sostenibilità 2021-2023 e con gli obiettivi della Agenda ONU 2030.

Ripartire dunque dal territorio, in particolare da quelli più marginalizzati, per produrre quella coesione sociale adeguata al salto d’epoca che ci aspetta. Un passo fondamentale per l’avvio di una dimensione digitale che possa colmare distanze, connettere idee, persone, imprese e comunità anche nelle aree interne e remote. Per andare in questa direzione è fondamentale sfruttare appieno la grande opportunità rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Grazie al “Piano Italia 5G” del PNRR per la realizzazione di nuove infrastrutture di rete idonee a fornire servizi radiomobili – aggiudicato al Raggruppamento Temporaneo di Imprese tra INWIT, Tim e Vodafone – l’Italia sarà il primo Paese a prevedere un intervento pubblico per il mercato mobile, finalizzato a favorire lo sviluppo di una tecnologia all’avanguardia anche nelle aree più svantaggiate a fallimento di mercato.

Rispetto al passato è indubbio che oggi ci sia molta più consapevolezza di come le nuove tecnologie possano fornire un aiuto concreto al raggiungimento di un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Come confermano i risultati della ricerca “Le sfide della sostenibilità digitale”, realizzata da Ipsos, secondo gli oltre mille soggetti intervistati, un concreto aiuto per ridurre l’impatto ambientale arriverà dalla diffusione dello smart working e dallo sviluppo dell’Internet of Things, capace di ridurre i consumi elettrici domestici. Anche all’Intelligenza Artificiale (AI) è assegnato un ruolo chiave nell’affrontare le sfide della rivoluzione green: secondo l’ottantasei per cento degli intervistati l’AI ha un impatto molto alto nel ridurre l’uso delle risorse, nello sviluppo dell’economia circolare e nel diminuire l’impatto ambientale dell’agricoltura. Anche le aziende sono molto più consapevoli della capacità della digitalizzazione di affrontare la complessità e già oggi, dati e soluzioni come piattaforme digitali, dispositivi smart, intelligenza artificiale, Internet of Things e blockchain, stanno contribuendo all’evoluzione verso modelli produttivi ed operativi più sostenibili.

Nonostante INWIT sia una realtà relativamente nuova, abbiamo già ottenuto risultati importanti sanciti anche da riconoscimenti che attestano il grande lavoro che la società sta facendo e che il percorso intrapreso è corretto, a conferma di come digitalizzazione e sostenibilità vadano di pari passo. Per fare qualche esempio, abbiamo ottenuto l’approvazione del nostro target di riduzione delle emissioni da parte della Science Based Target initiative, siamo stati inclusi negli indici FTSE4Good, Glio (Global Listed Infrastructure Organisation) e nel Bloomberg Gender Equality Index: tutti segnali che attestano la validità del nostro percorso. Siamo molto attenti, inoltre, alla nostra funzione “sociale”. Abbiamo stretto una serie di accordi con strutture come musei e università per poter garantire ai fruitori la miglior copertura possibile e da inizio pandemia siamo riusciti a coprire con soluzioni wireless multioperatore oltre quaranta ospedali su tutto il territorio nazionale, per dare la possibilità ai pazienti, ma anche a tutto il personale sanitario, di poter comunicare più facilmente con l’esterno e di poter accedere a tutti quei servizi che una copertura efficiente e affidabile riesce a garantire.

Stiamo continuando a lavorare con convinzione in questa direzione, consapevoli che la strada è ancora lunga e nonostante un contesto internazionale attuale poco favorevole. Per accelerare questa trasformazione, il suggerimento è quello di puntare su tre pilastri: semplificare, sburocratizzare e sviluppare soluzioni insieme con gli operatori e le TowerCO per superare i ritardi del Paese in tema di digitalizzazione.

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