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di Andrea Sicco, direttore responsabile

Questo primo numero dà il via ad un’iniziativa editoriale nella mia mente da molto tempo, che ha trovato nelle competenze, nella cultura e nello spirito imprenditoriale dell’editore, cui va il mio ringraziamento, un fertile terreno per nascere e, speriamo, crescere.

Perché un nuovo giornale? Perché la sostenibilità è una moda. Perché continuamente vediamo, sentiamo e leggiamo proclami, più che agende e azioni concrete. Di perché ce ne sono molti, come tante e diverse possono essere le risposte. Nell’accogliervi in questa casa vi do le mie; prendetele per quel che valgono, un impegno a scrivere nei prossimi mesi di quello che sappiamo, non di quello che scopiazziamo.

Il tema si presta, per chi non lo conosce a fondo, ad essere adattato, piegato, utilizzato in modo orizzontale, un po’ da tutti, anche senza particolari competenze. Questa testata si propone invece di diventare un contenitore di tendenza sui temi della sostenibilità in modo molto netto, verticale, proponendo e accogliendo contenuti qualificati e scientificamente corretti, dando voce a chi studia l’argomento da tutta la vita o lo sta applicando nella propria attività produttiva con serietà. Perché la sostenibilità sarà un tema ineludibile per chiunque fa impresa. E lo sarà a brevissimo. Per imprenditori e manager, target di riferimento della testata, la sostenibilità non è la proverbiale ciliegina sulla torta: è la torta stessa, requisito che nel medio periodo riguarderà la sopravvivenza stessa di molte attività.

Su ImprontaZero facciamo seriamente cultura sui temi ambientali e diamo alle imprese uno strumento, uno spunto per capire come si fa, guardare a chi già sta facendo, prendere ispirazione per fare. Il periodico vuole inoltre essere uno strumento in più per gli educatori, affinché traggano spunto delle molte iniziative che già si fanno in Italia nelle scuole per svilupparne sempre di nuove, anche in modo trasversale, come ad esempio la pratica sportiva.

Creiamo una nicchia, per verticalizzare i contenuti sui quali molti restano nel limbo dell’imprecisione. E aggregare, intorno a questo piccolo perimetro, una community in grado di lavorare in un’unica direzione: un futuro migliore per noi e il nostro pianeta.

Le imprese, piccole medie o grandi, troveranno una casa unica comune, dove analisi di laboratorio, dati certificati, bilanci di sostenibilità e comunicazione professionale entreranno a far parte della quotidianità. I contenuti diventano quindi stimolo per coloro che non sanno da che parte iniziare. Ma soprattutto non sanno se devono o possono farlo.

Ho voluto, insieme alle persone che hanno lavorato insieme a me, creare un habitat intorno ad un’affermazione molto decisa: zero. Siamo pronti a raccontare la sostenibilità insieme a tutti coloro che a quel risultato, l’impronta zero, vogliono tendere davvero e si impegnano ad azzerare la loro impronta ecologica. Lo farò dando a voi lettori dati concreti e raccontando esperienze e visioni sulle nuove frontiere, insieme a persone che ne sanno più di me, come gli amici del comitato scientifico, cui va il mio ringraziamento.

E quindi, perché no?

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